Le teorie del complotto/della cospirazione (2)

Le metamorfosi dei rettiliani

I rettiliani sarebbero una razza di extraterrestri infiltrati nei posti di comando o tra le persone più influenti in tutti i settori del potere (politica, economia, cultura e mondo dello spettacolo). I cospirazionisti li considerano responsabili della diffusione delle droghe, delle perversioni sessuali, degli atti omicidi contro scuole e ospedali ecc. Inoltre riscuotono un enorme interesse in Usa e in Europa prima solo attraverso Internet, ma ora anche sui media principali.

Il discorso dei rettiliani è esemplare nella struttura generale di un discorso cospirazionista. Infatti molte delle accuse rivolte contro i leader del mondo o le celebrità non sono sostanziate da prove, assumendo la tesi secondo cui non sta a loro dimostrare la verità delle accuse che essi muovono, ma è compito degli accusati il dimostrare che quelle accuse sono false, capovolgendo la massima semper necessitas probandi incumbit ei qui agit e cioè che è l’accusatore che deve fornire le prove dell’accusa. Il demistificatore della tesi avanzata dai rettiliani si trova di fronte al paradosso che proprio in quanto cerca di negare la teoria dei rettiliani ne stabilisce in qualche modo la verità se fosse accettata la posizione epistemica descritta sopra. Va notato che le teorie cospirazioniste che suppongono l’esistenza di rettiliani infiltrati tra gli umani creano un fenomeno sociale e culturale per il numero di sostenitori, la forte reazione dei demistificatori di questa teoria, la quantità di coloro che si mettono a ridicolizzarle e perfino per l’esistenza di analisi “serie” da parte di studiosi del modo accademico. Si crea un qualcosa che prima non esisteva: il mondo della cultura, dei media online e non, si popola di nuove paure, sospetti, paranoie che possono essere anche genuine ma che sono spesso tinte d’ironia e ridicolo.

Le cospirazioni e i complotti non sono un’invenzione dei cospirazionisti.

Da dove vengono coloro che si occupano delle teorie della cospirazione, qual’è la loro estrazione culturale? Bene, fra di essi troviamo filosofi, politici, storici, studiosi dei media e della comunicazione, critici letterari e psicologi. Questo fa si che si creai tutto un insieme di concetti che poi vanno a formare un nuovo panorama culturali con nuovi generi ma anche nuovi filtri della realtà. Detto en passant, si osserva un certo uso d’improperi nel linguaggio, normalmente equilibrato, degli accademici che si occupano delle varie teorie della cospirazione: “un sacco di cazzate”, “solo merda”, “nel mondo c’è anche la merda”, “la merda non succede, sono gli uomini che la fanno”.

Essi fanno tutti una distinzione importante: c’è la cospirazione e la teoria della cospirazione. L’atteggiamento rispetto alla cospirazione è di condanna: anche se, come le feci, le cospirazioni di fatto accadono, esse sono sottoposte a un giudizio etico, politico e sociale che le rende inaccettabili. D’altro canto, l’elaborazione o l’avere proprie teoria sulla cospirazione sembra essere elemento razionale e di responsabilità sociale.

La domanda diventa ora: è possibile tracciare una linea di demarcazione tra teorie cospirazioniste che siano ragionevoli, razionali, socialmente e politicamente responsabili da quelle teorie del tipo “cospirazioni rettiliane”?

 

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