Tecnica (senecana) per capire e sconfiggere i nostri timori.
Se ci troviamo di fronte a timori presenti o futuri e ce ne tormentiamo, la prima cosa da fare è porsi la seguente domanda:
“In che modo posso comprendere se è reale oppure inconsistente ciò per cui mi tormento?”
Chiediti se la ragione del tuo tormento riguarda
1. il futuro
2. il presente o
3. entrambi.
Per quanto riguarda il presente, non è difficile giudicare della sua realtà, infatti sia il tuo corpo che la tua mente potranno stabilire, se non sono in preda all’ira o ad altra passione, l’obiettività del male presente.
Passiamo ora al futuro. Devi esaminare la fondatezza dei tuoi timori : Che prove hai? Che cosa ti induce a temere ciò? Da dove derivano le idee che ti ingenerano questo tuo timore? Stai forse solo facendo delle supposizioni basate sul sentito dire? Devi cercare, appunto, di stabilire la fondatezza di ciò che temi accada.
Il criterio che spesso usiamo nella vita è quello della verosimiglianza. In realtà non possiamo essere certi in maniera assoluta di nulla, pertanto ci dobbiamo accontentare di ciò che potremo stabilire con una certa verosimiglianza.
Sulla base di ciò che sappiamo o possiamo sapere, quanto è ragionevole che ciò che temiamo accadrà effettivamente?
Aiutano molto le seguenti considerazioni: accettiamo che certe cose accadono; quante volte ci siamo ritrovati a temere cose che non sono mai accadute e quante altre cose sono accadute che non pensavamo mai accadessero! Se qualcosa poi veramente accadrà di doloroso, a che serve essersene tormentarti anzitempo? Perché raddoppiarci la pena?
Se eviti di tormentarti per ciò che non è ancora accaduto, la tua vita ne guadagnerà nel senso che avrai più tempo da vivere. Le preoccupazioni inutili, le preoccupazioni in genere, sono ladri del nostro tempo.
A questo scopo serve chiedersi: quanto di quello che io sto figurandomi nella mente è solo frutto della mia immaginazione? Sono una persona incline a immaginare il peggio? A questa propensione potrai sempre opporre quest’altra: se si teme tutto ciò che può succedere non si vive più. In altri termini: non possiamo vivere un solo minuto se la nostra mente è piena di tutto quello che potrebbe succedere.
La speranza è certamente di aiuto, ma pensa a questo: spesso gli eventi temuti non accadono, mentre quelli desiderati risultano essere una delusione.
Su un piatto hai dunque le tue paure, sull’altro le tue speranze: cosa preferisci seguire? Mettiamo pure che la tua mente ti dia più motivi di temere che di sperare, se dai ascolto alla speranza ridurrai la tua angoscia presente.
Il punto è qui: occorre applicare la temperanza anche nella paura, non lasciarsi vincere dal panico. Poiché abbiamo tendenza a farci tormentare dall’incerto, da quello che potrebbe accadere come se fosse certo che debba accadere, allora o impariamo a convivere col il dubbio o ci mettiamo all’opera per dissipare quel dubbio.
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