Se ti senti svalutato, soffrirne è utile.
Se tu accetti di lavorare per 3 euro all’ora ritieni che anche gli altri lavoreranno per una somma tanto irrisoria. La tua scelta diventa un atto politico. Se accetti quella paga, cominci a credere (se non lo credi già) che quello è il tuo valore. Ma tu sai che vali di più. Quindi nasce un conflitto tra la tua idea di te e la realizzazione di te stesso nel mondo. Questo diventa la fonte principale del tuo soffrire. Tu sei nel mondo e la tua attività principale costituisce il tuo modo di relazionarti a esso. Ti costituisci come avente pochissimo valore, infatti, in questo sistema sociale, la remunerazione che ti viene corrisposta crea l’immagine sociale di quanto vali, un’immagine che interiorizzi e che diventa anche l’idea che tu hai di stesso. Ti svaluti e ti svendi. Ti deprimi, ma ti ritieni fortunato se non ti viene un infarto o se non ti impicchi. Come uscire da questa gabbia? Pensaci un attimo. Non ti fa rabbia? In questo caso, sarebbe più che normale provare rabbia, no? E tu, perché non riesci nemmeno ad arrabbiarti? Stai perdendo qualsiasi fiducia nella tua capacità di rapportarti al mondo con successo. La tua abilità di percepire correttamente la vita sembra svanire. Le tue emozioni sono piatte, eppure è stato sempre normale averne. L’emozione avviene prima che il pensiero intervenga a leggere la situazione; eppure tu non riesci a dare un significato ai fatti. Ma sei ancora un uomo se gli accadimenti non hanno significato? Le emozioni che non provi e dovresti provare sono il segno di questa tua perdita di significato, infatti un’emozione è innanzitutto un significante, essa esiste in quanto significa qualcosa. Essa è, a suo modo, l’espressione della realtà umana. Se non provi un’emozione vuol dire che non hai lo strumento principale per riconoscere e eludere una difficoltà. Il tuo conflitto tra l’immagine di te e quella che ti rinvia il mondo è inutile se non produce un’emozione, esso non esiste: vuol dire che ti sei assuefatto al giudizio che il mercato del lavoro ti rinvia: tu credi di valore 3 euro all’ora! Allora, io ti chiedo di sviluppare la contraddizione che è in te, di assumerne in pieno il significato e di accettare l’emozione che essa ti ingenera e di dare voce a quest’ultima.
Se parti dalla collera, dalla rabbia anche se questa reazione è brusca, irriflessa, puoi dirti vivo. La tensione che soggiace all’emozione dimostra che stai percependo e interpretando il mondo. Da qui potrai prendere l’energia per sviluppare un piano, una via d’uscita. Se risolvi invece, questo conflitto nell’evasione, ti sentirai certo meglio per un po’, ma la tua condizione non migliorerà: ritornerai alla pratica che ti svaluta e ti avvilisce e ricercherai sempre nuove evasioni.
Ecco, in breve, un modo per capire come il lavoro sullo sviluppo personale e le scelte (politiche) che ti mettono in relazione col mondo siano determinanti nella costituzione del tuo essere. Ecco come le sbarre della gabbia iniziano a cedere.
NOTA: Maurizio Bisogno offre consulenza filosofica individuale. Per richiedere una sessione gratuita scrivere a kam@mauriziobisogno.com.