Soddisfazione sul lavoro: nuove frontiere.

Iniziamo con la seguente domanda:

«Perché sei insoddisfatto del tuo lavoro e c’è un lavoro là fuori che ti porterà soddisfazione?»

Possiamo riformulare la domanda dandole la seguente forma: «Tu non hai un problema di lavoro ma hai problemi di relazione e problemi di utilizzo del tempo.»

Problemi di relazione

Non ti senti a tuo agio trascorrendo la giornata con le persone che ti vengono imposte dalla situazione.

Problemi di utilizzo del tempo.

Non ti senti a tuo agio sapendo che non stai scegliendo a quali compiti dedichi il tuo tempo e per quanto tempo.

Sembra che la tua insoddisfazione sia legata alla Volontà. L’attuazione della tua volontà gioca un ruolo importante nel ritenerti una persona felice o infelice. Quindi esamineremo la questione della libertà e del suo rapporto con la necessità, ma prima riflettiamo su quanto segue:

Sartre: l’essenza umana, l’essere umani, è inseparabile dall’essere liberi.

Non aiuta opporre a questa tesi un principio diverso espresso da un altro filosofo. Il punto è: puoi negare verità a questa affermazione? Sembra una dichiarazione direttamente evidente. Qualunque sia la tua condizione, o sei libero o non stai realizzando la tua essenza, – la tua vera natura. Da ciò potremmo semplicemente derivare, ancora una volta in modo intuitivo, che non ci sono molti uomini nel mondo. Prendiamo ad esempio la libertà di pensiero – il libero pensiero: gli uomini preferiscono la religione, che preconfeziona per loro il contenuto delle credenze; gli uomini preferiscono aderire a ciò in cui tutti credono. La possibilità di dissentire rimane una possibilità per la maggioranza delle persone. La libertà si rivela nel progetto dell’uomo e nella domanda che egli pone a se stesso in forma universale.

Quindi ogni volta che qualcuno va al lavoro risponde a una domanda e agisce una scelta; una volta sul posto di lavoro, la domanda è disattivata e la scelta viene fatta costantemente per te. La prima parte ti collega al regno della necessità, la seconda parte alla condizione dell’uomo alienato.

Perché sei insoddisfatto del tuo lavoro? C’è un lavoro là fuori che farebbe la differenza?

La risposta dunque è: come uomo – un essere umano – puoi essere insoddisfatto del tuo lavoro solo perché questo non è strutturato e organizzato in funzione della tua essenza umana e, poiché il tuo lavoro risponde alle caratteristiche del lavoro in questa società, non c’è un lavoro “là fuori” che esce da questo schema e potrebbe fare la differenza.

Motivi:

a. Tu non possiedi il tuo tempo (e non sarai mai in grado di farlo) finché hai un lavoro in un’azienda.

b. Tutti i compiti che ti sono assegnati nel tuo lavoro sono pre-definiti in quanto fanno parte di uno schema più grande, un’idea più grande, un sogno più grande che non è il tuo.

Se mi hai seguito fin qui, capisci che, se adottiamo il principio sartriano, allora non ci sono uomini in questo mondo, ma solo gli esseri funzionali al sistema e quelli che hanno il privilegio di vivere liberamente sono degli dèi per noi – sono l’elite.

Ci sono due osservazioni da fare: 1. Rinunciare al lavoro significa rinunciare a un reddito regolare, chiamato salario; 2. Accettare il lavoro significa rinunciare alla tua realizzazione umana.

Poiché la maggior parte della gente accetta, di fatto, il Lavoro – anche quelli che non ce l’hanno ancora e lo stanno cercando – noi, parte delle gente, come razza umana, abbiamo già rinunciato alla nostra peculiarità, alla nostra essenza. Ci stiamo allontanando dall’essere umani. Siamo funzioni all’interno di una macchina più grande di noi. Nel momento in cui smetti di essere una funzione diventi un emarginato. – La tua esistenza materiale è quindi minacciata.

Può un articolo così breve fornire una soluzione? Forse la via d’uscita consiste nel fatto che cominci a pensare la tua condizione e decidi di parlarne, invece di accettare le cose così come appaiono.

Buona giornata!