Pulp Fiction e il dialogo Socratico.
Suppongo che molti di voi abbiano visto il film Pulp Fiction di Tarantino. Suppongo anche che vi ricordiate anche del metodo socratico. Ebbene, in quel film, c’è una scena con Jules e Vince ed è un’applicazione quasi didascalica dello schema di conversazione socratica. In quella sequenza, Vince scardina passo a passo la tesi iniziale di Jules.
Con una sintesi velocissima il metodo socratico può essere descritto così:
1. Si arriva o si parte da una tesi
2. Si solleva un’obiezione o si individua una contraddizione
3. Si è costretti dunque a riformulare la tesi iniziale.
4. S. Si ripetono i passaggi 2. e 3.
5. Si arriva a un’aporia.
Conclusione: si scopre di non sapere ciò che si credeva di sapere.
Nel film, la conversazione si svolge tra Jules e Vince i quali vogliono decidere se Marsellus fosse stato giustificato nel lanciare Rockamora dal quarto piano, reagendo al fatto che questi aveva fatto un massaggio ai piedi della moglie di Marsellus.
Vediamo il primo argomento di Jules.
p1. Antwan Rockamora ha fatto un massaggio ai piedi della moglie di Marsellus
p2. Marsellus ha reagito con violenza facendo lanciare Rockamora dal quarto piano.
p3. Un massaggio ai piedi non può avere la valenza o il significato che è specificamente associato agli atti sessuali.
L’argomento di Jules sembra presupporre l’altra tesi e cioè che —- — gli atti implicanti la valenza e il significato associati precipuamente ad atti sessuali e che accadono tra il proprio partner e qualcun altro esterno alla relazione, giustificano l’uso della violenza contro la persona esterna alla relazione.
Sulla base delle premesse e della tesi implicita che ho cercato di rendere chiara, Jules conclude che
C.(onclusione). L’uso della violenza da parte di Marsellus NON era giustificato.
SECONDO ARGOMENTO di Jules
“JULES: Ma era un massaggio ai piedi, non è niente. Io lo faccio sempre a mia madre.
VINCENT: no, è mettere le mani in modo intimo sulla nuova moglie di Marsellus Wallace. Voglio dire, è così grave come se gliela avesse leccata, no, ma è lo stesso fottuto campo da gioco.
JULES: Oooh, aspetta, fermo lì. Leccargliela a una troia e farle un massaggio ai piedi non è esattamente la stessa cosa.
VINCENT: Non lo è, ma è lo stesso campo da gioco.
JULES: Non è neanche lo stesso campo da gioco, cazzo. Ora senti, forse il tuo metodo di massaggi è diverso dal mio, ma sai, toccare i piedi di sua moglie, e infilare la lingua nel più sacro dei suoi buchi, non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport. Guarda, il massaggio ai piedi non significa un cazzo.”
Schema del Secondo argomento di Jules
1. Gli atti sessuali hanno un tipo di significato e una valenza specifici solo a loro stessi.
2. Un massaggio ai piedi non è un atto sessuale.
Dunque__________________________
3.Un massaggio ai piedi non può avere il significato o la valenza specificamente associata agli atti sessuali.
Vince non si dà per vinto e seguendo l’esempio di Socrate, pone delle domande che prima tendono a stabilire quale sia l’argomento di Jules e poi a trovare la contraddizione che lo invalida.
Il contrattacco di Vince:
VINCENT: Ma tu l’hai mai fatto un massaggio ai piedi?
JULES: Eh… non venirmi a parlare di massaggi ai piedi, perché io sono un maestro di piedi massaggiati.
VINCENT: E ne hai fatti molti?
JULES: Cazzo, ho una tecnica che, lèvati, niente solletico, niente di niente.
VINCENT: A… a un uomo glielo faresti un massaggio ai piedi?
JULES: Vaffanculo.
VINCENT: L’hai fatto a molti?
JULES: Vaffanculo
VINCENT: Sai, mi sento un po’ stanco, mi farebbe bene un massaggino ai piedi.
JULES: Basta, eh? Hai capito? Cominciano a girarmi le palle!
VINCENT: Eh, eh! Ah!
Le domande di Vince mettono in difficoltà Jules, soprattutto insinuano che il massaggio ai piedi non è un atto indifferente alle disposizioni sessuali.
L’argomento di Vince sembra essere che il massaggio ai piedi, benché non sia un atto sessuale esplicito, può essere associato con significati e valenze sessuali.
Ma questo contraddice la premessa iniziale dell’argomento di Jules e cioè fa vacillare la premesse che dice: 1. Gli atti sessuali hanno un tipo di significato e una valenza specifici solo a loro stessi. E, poiché la premessa è invalidata, l’argomento non è giustificato, quindi la conclusione è negata, cioè non è assolutamente vero che ‘3.Un massaggio ai piedi non può avere il significato o la valenza specificamente associata agli atti sessuali.’
Questa era anche una premessa del primo argomento di Jules. Pertanto, anche la conclusione del primo argomento di Jules viene invalidata, cioè viene negato che ‘C. L’uso della violenza da parte di Marsellus NON era giustificato.’
Il film non elabora perché prende poi un’altra direzione. L’argomento che Jules avrebbe potuto sviluppare è, per esempio, se l’offesa giustificava un tale eccesso di violenza, cioè il grado di violenza applicato nella reazione.
In ogni caso, Jules viene portato a un momento di dubbio e sembra ammettere che la sua convinzione iniziale è ora almeno un dubbio se non proprio un’aporia.
Ecco che John Travolta, Vince, fa rivivere in pochi minuti un dialogo socratico, che vi ricordo con uno schema molto semplice:
1. Si arriva o si parte da una tesi
2. Si solleva un’obiezione o si individua una contraddizione
3. Si è costretti dunque a riformulare la tesi iniziale.
4. S. Si ripetono i passaggi 2. e 3.
5. Si arriva a un’aporia.
Faccio osservare un’ultima cosa: L’argomento di Vince si base anche sulla tesi implicita descritta nel primo argomento: ‘gli atti implicanti la valenza e il significato associati precipuamente ad atti sessuali e che accadono tra il proprio partner e qualcun altro esterno alla relazione, giustificano l’uso della violenza contro la persona esterna alla relazione.’
Tuttavia, se questa premessa venisse messa in dubbio con lo stesso metodo socratico, anche l’argomento di Vince NON starebbe più in piedi. In fatti, arriveremmo alla conclusione che una situazione del genere non giustifica un atto di violenza e procedere socraticamente alla sua critica.
Questo esempio, non solo mostra il metodo socratico, ma a un certo punto, ridirige l’attenzione su di noi.
Siamo spinti a chiederci che cosa assumiamo come vero in una situazione simile? Quando l’attenzione si sposta su di noi, quando l’indagine socratica si indirizza alla nostra mente e ai nostri valori, opinioni, assunzioni, ecc, il discorso diventa più difficile in quanto non sempre indolore.
Inoltre, non sono d’accordo sul fatto che scivoleremmo semplicemente nel relativismo morale. Non è un procedere sofistico. Quando giungiamo all’aporia riguardo alle nostre convinzioni, iniziamo a conoscerci meglio, eliminando molte convinzioni che in realtà non lo sono affatto. In questo modo, impariamo anche a vivere meglio. Di nuovo, buona giornata!