Esistenza ed essenza: il dialogo tra Sartre e Aristotele sulla relazione tra corpo e anima
C’est tout entier que l’être-pour-soi doit être corps et tout entier qu’il doit être conscience : il ne saurait être uni à un corps. Pareillement l’être-pour-autrui est corps tout entier ; il n’y a pas là de “phénomène psychique” à unir au corps ; il n’y rien derrière le corps. Mais le corps est tout entier “psychique”. Ce sont deux modes d’être du corps.
Jean-Paul Sartre
[E’ nella sua interezza che l’essere-per-sé deve essere un corpo, così come un tutto deve essere coscienza: non può essere unito a un corpo. Allo stesso modo, l’essere-per-l’altro è un corpo intero; non esiste un “fenomeno psichico” da unire al corpo; non c’è niente dietro il corpo. Ma tutto il corpo è “psichico”. Questi sono due modi di essere del corpo.]
Questo brano è tratto dall’opera filosofica di Jean-Paul Sartre, L’être et le néant (L’essere e il nulla). Questo estratto esprime l’idea centrale della dualità dell’essere umano secondo la prospettiva esistenzialista di Sartre.
L’idea principale qui è che l’essere umano esiste sia come “essere-per-sé” (essere per sé stesso) sia come “essere-per-l’altro” (essere per gli altri). Questi due modi di esistere sono caratterizzati rispettivamente dal corpo e dalla coscienza.
Sartre afferma che l’essere-per-sé deve essere sia corpo che coscienza e non può essere unito a un corpo o a una coscienza estranei. D’altra parte, l’essere-per-l’altro è interamente corpo, senza che vi sia nulla di “psichico” da aggiungere al corpo stesso. Non c’è nulla dietro il corpo, poiché il corpo stesso è tutto “psichico”. Sartre interpreta la dualità corpo e coscienza come due “modi d’essere” differenti dello stesso corpo.
Ora, analizziamo alcuni dei termini chiave e il loro collegamento con la filosofia di Sartre:
Essere-per-sé: Questo concetto rappresenta l’essenza dell’individuo, la sua soggettività, la sua coscienza di sé. È la parte di noi che esiste in quanto coscienza libera e autonoma, capace di scegliere e dare significato al mondo.
Essere-per-l’altro: Questo rappresenta la nostra esistenza in relazione agli altri, la nostra soggettività vista dagli altri. In questa prospettiva, siamo oggetto della percezione e del giudizio degli altri, il che può influenzare la nostra percezione di noi stessi.
Corpo: Sartre collega il corpo all’essere-per-sé e all’essere-per-l’altro. Il corpo non è solo un oggetto fisico, ma è anche il mezzo attraverso il quale ci rapportiamo al mondo e agli altri. Il corpo è al centro dell’esistenza umana, ma può anche diventare un oggetto di osservazione e giudizio da parte degli altri.
Coscienza: Questo termine si riferisce alla consapevolezza di sé e del mondo. È attraverso la coscienza che percepiamo, interpretiamo e attribuiamo significato alla realtà che ci circonda.
Sartre attraverso questo brano esplora la complessa relazione tra corpo e coscienza nell’esperienza umana, evidenziando come queste due dimensioni siano fondamentali per la nostra esistenza e interazione con il mondo e gli altri.
Partendo dal brano preso in esame e dalla breve analisi che ne abbiamo fatto, affermiamo che la prospettiva di Sartre riguardo alla relazione tra corpo e coscienza è radicata nel concetto di esistenzialismo, che sostiene che l’essenza dell’essere umano è determinata dall’esistenza stessa, e non da una natura prefissata o da un’anima immutabile. In questo contesto, Sartre respinge l’idea di una separazione netta tra corpo e coscienza come entità distinte.
Per Sartre, l’essere umano è un’unità indivisibile di corpo e coscienza. Questo significa che non possiamo considerare il corpo e la coscienza come due realtà separate, bensì come due aspetti inseparabili di un’unica realtà umana. Il corpo non è semplicemente un involucro fisico per la coscienza, né la coscienza è una forza estranea che abita in un corpo. Piuttosto, corpo e coscienza sono interconnessi e interdipendenti.
La coscienza non può esistere senza il corpo, poiché è attraverso il corpo che percepiamo il mondo esterno e sperimentiamo sensazioni fisiche. Allo stesso modo, il corpo non può essere considerato senza la coscienza, poiché è attraverso la coscienza che attribuiamo significato alle esperienze corporee e ci identifichiamo come individui coscienti.
Questa visione si collega alla teoria aristotelica dell’anima in diversi modi:
Aristotele considerava l’anima (psyché) come il principio di vita dell’organismo, integrato e inseparabile dal corpo. In modo simile, Sartre concepisce l’essere umano come un’unità di corpo e coscienza, dove la coscienza agisce come principio unificante che conferisce significato e finalità all’esperienza corporea.
Vedi l’altro articolo, La teoria dell’anima in Aristotele