Presentazione e introduzione della rivista
Il tema principale è la ricerca del metodo che permette di “vivere meglio”. Vita e vivere sono due termini molto generici, serve allora restringere il campo dicendo: partiamo da ciò che fa parte della vita e dal rapporto che l’accadere in essa instaura con la nostra natura umana.
L’altra questione è il nostro ruolo e quello che hanno gli altri, in che misura riusciamo ad avere un impatto sul nostro destino, in altri termini: in che misura noi siamo o no artefici del nostro destino.
Pensare e agire dunque, tenendo presente che fare lo sforzo di pensare è assimilabile allo sforzo che si fa per agire.
Imparare a usare la mente a non essere un semplice ricettacolo, indicando la strada ben sapendo che il percorso di risveglio è come il percorso che si segue per andare fisicamente da un punto all’altro nello spazio: devi metterti in cammino tu stesso, nessun può percorrerlo per te.
Comprendere è un aspetto del risveglio. Agire, secondo ciò che si è compreso, è l’altro. Ma se non si fa la fatica di lavorare su entrambi il risultato sarà monco, quindi non porterà i frutti che ci aspettiamo.
Con tali premesse si intende come questo sia un percorso di ricerca e di attuazione. Inoltre i temi affrontati saranno necessariamente vari e all’apparenza disparati. Tuttavia, poiché qui si tratta della vita stessa, non potrebbe essere altrimenti.
Il tema di fondo dei metodi e approcci che intendono migliorare la condizione dell’uomo nel mondo è questo: fino a quando non apri gli occhi non capisci che sei in una trappola, sei in una gabbia, in un recinto limitato. Questo recinto esiste innanzitutto nel tuo mondo interiore, nella tua mente e nel tuo spirito e il mondo esteriore ne è soltanto il riflesso. Allora, il processo di liberazione o di accettazione è sempre e innanzitutto un processo che riguarda la presa di coscienza, quindi si tratta di aprire la mente, di risvegliare l’attenzione sulla realtà del tuo essere al mondo. Una volta vista la trappola, alcuni propongono metodi per vivere meglio in questo mondo ristretto, altri indicano la via per uscirne completamente, per valicare quelle mura e affrontare con coraggio l’ignoto.
Da Platone a Leopardi da Bruno alle scuole orientali, dalla Cabala all’Alchimia, la questione che si pone è sempre la stessa: presa di coscienza della condizione di cattività e proposta di un metodo per uscirne. Anche le proposte delle tendenze materialistiche partono dallo stesso principio: Marx e i suoi precursori, cioè coloro che hanno reso possibile la manifestazione del suo pensiero, non fanno altro che osservare il mondo materiale, individuare le catene che imprigionano l’uomo e le leggi che lo governano, quindi propongono una via d’uscita. Insomma, il tema è lo stesso: la caverna di Platone non è un mito, ma è realtà. Ed è quello che in tempi contemporanei hanno voluto mostrare film come Matrix, e questo io l’ho scritto non appena il film è uscito.
Questo è il tema della vita. E questo è il percorso che abbiamo iniziato sin da adolescente e che continueremo, fino a quando avremo capito ed elaborato un lascito che servirà effettivamente l’umanità.
E la prima e fondamentale comprensione che ripeto qui è la seguente: la vita procede per cicli e non in linea retta. Prendiamo come esempio il ciclo dell’agire. Ogni azione viene creata, cresce, dura, si corrompe e muore, finisce. Questo ciclo ci insegna che cos’è il tempo ma anche che occorre energia e materia nello spazio. Noi siamo convinti che ciò accade fuori di noi, mentre in realtà siamo noi che lo rendiamo possibile. Nella nostra mente ci possiamo figurare tale comprensione. Ma possiamo operare coscientemente e attivamente in questo ciclo? A questa domanda, si può rispondere innanzitutto che l’immaginazione è la nostra chiave. Noi possiamo creare nella mente e quindi seguire il ciclo sopra descritto. E voi penserete che la mente e la realtà sono distinte e separate. Eppure presto vi ricrederete, almeno lo farete nel momento in cui vi scoprirete capaci di costruire e distruggere con la mente e nella mente e come questo processo mentale trasformerà la vostra vita esteriore senza che ve ne accorgete immediatamente.
Vi ricordate che ho detto che la prima presa di coscienza è quella della gabbia, della trappola in cui siamo immersi? Ma che cos’è questo se non un atto mentale? Noi non vedremo mai con gli occhi fisici la gabbia se non la percepiamo prima con la mente. Eppure, nel momento in cui trasformiamo la nostra mente, cioè ci figuriamo con l’immagine mentale la gabbia in cui siamo immersi, in quello stesso momento siamo capaci di vederla nel mondo esterno. La cosa strabiliante è che se iniziamo a distruggere la gabbia che è in noi, comincia a svanire anche la gabbia che è fuori di noi.
Allora utilizzare questo sito è facile perché non devi leggere dalla prima all’ultima pagina in senso cronologico, tuttavia la comprensione o il superamento delle mie gnosis dipende dal grado di evoluzione di colui che legge.
Sono certo che i miei scritti ti apriranno nuove porte e che la tua vita cambierà per il meglio: non sarai mai più disperato, avrai la convinzione della via, e amerai te stesso e gli altri.
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A presto.
Maurizio Bisogno
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Come orientarsi nella selva dell’informazione indistinta. L’esame interiore e l’agire nel mondo.
L’esame della vita interiore non basta, ma è necessario. Quindi: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam. Questa operazione deve essere accompagnata e seguita dall’esame del mondo esterno e, dunque, dall’azione. Quest’ultima è tanto importante quanto il primo.
I miei lavori, in senso generale, sono dedicati sia all’estrinsecazione dell’essere individuale e al suo divenire nel mondo, sia alla conoscenza del mondo stesso posto fuori di sé. Il percorso non è casuale, anche se il filo conduttore non è evidente.
Qui si intende la filosofia come astrazione che deve per forza sfociare in un rapporto col reale: ogni teoria deve instaurare un rapporto dialogico-dialettico con il mondo fuori di sé; anche l’agire diventa quindi razionale.
In queste due premesse sta anche la promessa di felicità della mia attività di ricerca e questo vale anche per tutti coloro che desiderano seguirmi in questo percorso.
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