Da dove ti vengono quelle idee?
Il mio lavoro è scrivere. Ma scrivere in un modo particolare: vagare nel più profondo della mia anima, della mia mente, delle mie emozioni e in questo modo rappresentare il mondo.
La nostra attenzione funziona spesso in questo modo: tante idee disparate che si susseguono senza un ordine apparente. Il compito dello scrivere è quello di fermare le idee, concentrandosi su una o due di esse e cercare di svilupparle.
Da dove vengano le idee nel loro flusso prima che cominciamo a selezionarle, questo non mi è chiaro. Infatti, se faccio derivare le idee dai miei cinque sensi soltanto, non riesco a spiegarmi una gran quantità di cose.
Tanto per fare un esempio, al mattino prima che apriamo gli occhi, prima che odiamo rumori o suoni, già le idee girano vorticosamente nella mente, anzi talvolta esse ci svegliano, ci sottopongono a travaglio ancor prima che siamo pienamente cosciente, ancor prima di essere completamente svegli. Ma non solo le idee, anche le emozioni si comportano in una qualche maniera indipendentemente dalla nostra volontà, dagli stimoli fisici che passano attraverso i sensi.
Io sono convinto ormai che noi non siamo esseri isolati, nel senso che, anche se non parlassimo tra di noi, non vedessimo con i nostri occhi nessun’altra persona, anche se ci isolassimo fisicamente in maniera totale, rimarremmo in una forma di comunicazione con altri esseri pensanti e senzienti.
Il modo migliore per scoprire ciò è osservare i propri pensieri, farli scorrere senza intervenire, lasciarli andare e venire, passare da questo a quel soggetto; così facendo, si scoprirà che molti nostri pensieri sembrano venire da qualche altra parte e non da noi stessi.
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