L’attualità del discorso sulle libertà civili (1)
Le libertà civili rappresentano lo spazio di azione e di espressione del pensiero che non viene raggiunto dalle interferenze dei governanti. Pensare le libertà in questo senso mostra subito il rapporto antagonista che esse instaurano con il potere. Ottenuto in via ereditaria o in seguito a conquista, questo si rivela sin dall’inizio come un’entità necessaria e pericolosa nello stesso tempo. E fin dalla nascita di una forma di governo, si pone la domanda: come impedire che i governati diventino prede dei governanti? In questo senso si definiscono le libertà civili: esse corrispondono ai limiti imposti all’esercizio del potere, da qui la necessità, al fine di garantire i diritti e le libertà, di un controllo del potere da parte di un’istituzione diversa da esso. In altri termini, il potere costituito richiede l’imposizione di limiti alla sua azione per garantire che i sudditi non diventino vittime del potere stesso.
Ma con la nascita dei partiti popolari, le cose presero una direzione diversa e si pensò che la migliore difesa fosse quella di eleggere i rappresentanti dei governati. Giunse quindi il tempo in cui si credette di aver dato troppa importanza alle limitazioni del potere. “Ciò che si voleva allora era che i governanti fossero identificati con il popolo, al punto che i loro interessi e la loro volontà fossero l’interesse e la volontà del popolo stesso”, p. 7. L’applicazione pratica del governo del popolo si rivelò ben presto pregna di contraddizioni e non esprimeva affatto la realtà dei fatti per tre motivi principali:
1. Le persone che esercitavano il potere erano quelle su cui il potere veniva esercitato.
2. L’auto-governo diventò il governo di tutti su ciascuno.
3. La volontà del popolo si ridusse a volontà della maggioranza.
Anche questa soluzione del rapporto cittadini liberi-autorità richiede una forma di controllo e l’imposizione di limiti di azione al potere stesso. Infatti, la tirannia della maggioranza diventa il pericolo da cui guardarsi, come fu il caso per le altre forme di potere. “Non era più sufficiente la protezione contro la tirannia dei magistrati del potere: sorse la necessità di proteggersi anche contro l’opinione e il sentimento dominanti: contro la tendenza della società di imporre, per mezzo di strumenti diversi dalle pene sociali, le sue proprie idee e pratiche come regole di condotta da imporre su coloro che da esse dissentono”, p.10.
Mill dunque dopo aver esaminato come gli interessi di questa o quella classe influenzino il giudizio sul diritto di interferire da parte del governo nella vita privata dei cittadini scrive: “… l’interferenza del governo viene impropriamente invocata e impropriamente condannata con quasi eguale frequenza ”.
Ricordiamo che le libertà sociali e civili sono definite dalla natura e i limiti imposti al potere, cioè fin dove il potere della società può essere esercitato legittimamente sull’individuo. Mill stabilisce un principio che è poi il principio fondamentale di tutta l’opera On Liberty. “Il principio è che il solo fine per cui l’umanità è giustificata, individualmente o collettivamente, a interferire con la libertà di azione di un qualsiasi altro membro della stessa umanità, è la protezione di se stessa.” Lo scopo e la giustificazione della limitazione della libertà di un individuo maturo consiste nel prevenire un danno a un altro membro della società civile.
L’applicazione del principio di libertà non ha alcun senso in uno stadio evolutivo dell’umanità in cui sia assente la possibilità di una discussione libera e uguale delle varie opinioni. Senza questa possibilità i membri di quella società possono solo obbedire ciecamente al loro dio o al loro despota. Nel contempo, l’impiego della forza si giustifica solo per conservare la sicurezza dei membri della società civile. In questo senso, la regola consiste nel prevenire o rendere responsabile ciascuno per il male che arreca ad altri, mentre l’eccezione è rendere qualcuno responsabile per non aver prevenuto il male arrecato a un altro.
Il rischio che Mill vede nell’esercizio del potere sui cittadini, quindi di una parte dell’umanità sul resto di essa, sta in questo: la società ha una tendenza quasi incontrollata a estendere i suoi propri poteri e a ridurre quelli individuali, senza averne il diritto. Essa si basa su una predisposizione dell’umanità a imporre le sue proprie convinzioni e inclinazioni come regole di condotta per gli altri – e in questa tendenza a imporsi risiede anche il motivo per il quale si ricerca il potere.
Che cosa ci può mettere al riparo da questo rischio? Mill dà una grande importanza alla ragione, al metodo di conoscenza razionale e per questo egli dedica un capitolo intero alla dimostrazione dell’importanza della discussione che abbia come fine la definizione del terreno su cui poggiano le nostre opinioni. Infatti, dove la discussione delle opinioni, delle idee, dei principio non è ammessa vien di pari passo esclusa la verifica della verità, anche quando ciò che si credo è effettivamente vero. “Il fatto è che nell’assenza della discussione non solo vengono dimenticate le basi razionali delle nostre opinioni, ma anche il significato proprio delle opinioni stesse.” p.58
Così, senza discussione le nostre credenze, le nostre verità, le nostre opinioni diventano una materia inerte nella mente: infatti, se un’opinione non viene discussa frequentemente e liberamente essa si riduce a dogma e pregiudizio. Si tratta allora di coltivare il terreno su cui si fondano le nostre convinzioni, e così facendo si coltiva la conoscenza in generale. Messe da parte le verità matematiche in quanto la loro dimostrazione non può essere che unilaterale né ci sono opinioni divergenti, per tutte le altre questioni la discussione è vitale per l’esistenza stessa della conoscenza.
In sostanza, il metodo suggerito da Mill è quello di prendere in considerazione anche e soprattutto le opinioni opposte alle nostre, per due motivi principali: uno per conoscere le possibili obiezioni e quindi essere in grado di difenderle, l’altro per verificare che effettivamente quelle opinioni diverse dalle nostre non sono più vere e quindi per poter verificare la fondatezza delle idee che noi riteniamo vere.