L’attualità del discorso sulle libertà civili (2)
Non che questo metodo sia qualcosa di nuovo, si tratta, infatti, del metodo razionalista che Mill ripropone soprattutto per esprimere la critica seguente: la maggior parte delle persone, considerate ricercatori della verità, non lo applicano affatto, anzi si arroccano su un terreno dogmatico. “Novantanove persone su cento tra coloro che si considerano persone con un’istruzione sono in questa condizione… non si sono mai gettati nella posizione mentale di coloro che pensano in maniera diversa da loro e non hanno mai preso in considerazione ciò che queste altre persone hanno da dire; di conseguenza, essi non conoscono, nel senso proprio del termine, la dottrina da loro stessi professata.” p.55
Fermiamoci dunque su questa considerazione: la libertà di esprimere formulare ed esprimere opinioni è stata riconosciuta da Mill come necessaria al benessere mentale dell’umanità. Questa tesi si basa sulle quattro affermazioni seguenti:
1. Quando un’opinione viene ridotta al silenzio, potrebbe trattarsi comunque di un’opinione vera. Oltretutto, quando si fa ciò si presuppone la propria infallibilità.
2. Anche se un’opinione viene messa da parte, se viene scartata e contiene un errore, essa contiene sempre anche una parte di verità – e poiché l’opinione generalmente accettata in qualunque campo non contiene mai tutta al verità, è solo dal conflitto con un’opinione diversa che ci si ricorda di continuare nella ricerca della verità.
3. Anche se l’opinione accettata e dominante fosse vera e contenesse tutta la verità su un dato oggetto, se essa non viene vigorosamente contestata e messa in discussione, si riduce a pregiudizio con poca comprensione delle sue basi razionali.
4. E infine il significato stesso della dottrina viene messo in pericolo e affievolito con il rischio che essa si fossilizzi in un dogma.
[Il dogma è un nemico della verità, la cui ricerca è incessante]
Ricordiamo dunque:
l’essere umano deve essere libero di formarsi opinioni e deve essere in grado di esprimerle senza riserva, altrimenti ne va del benessere intellettuale e morale dell’uomo e del progresso dell’umanità.
Ma se è importante formarsi ed esprimere delle opinioni, non deve essere altrettanto importante l’agire secondo ciò in cui si crede? Ebbene, il principio seguente ci promette una risposta chiara: la libertà individuale deve essere limitata solo nel caso in cui costituisce un danno alle altre persone. E fin qui ci siamo, sembra quasi una trivialità. Occorre però sottolineare l’aspetto positivo di questo principio, e cioè che se si applica quella regola, quindi se l’individuo nelle sue azioni non arreca danno ad altri, egli deve essere lasciato libero di agire secondo le proprie opinioni e senza che si interferisca con esso. Basta solo aggiungere che l’individuo che agisce liberamente diventa per questo stesso fatto responsabile delle sue azioni, oltre che agire “a proprie spese”.
Il fatto è che l’umanità non possiede che mezze verità e non è affatto infallibile, per questo la diversità di opinioni è un ben e lo resterà fino a quando sarà in grado di riconoscere tutti gli aspetti della verità. Ma, come la diversità di opinioni è un bene, e siccome nessuno fino a oggi ha realizzato la perfezione nella vita, si devono ammettere e sostenere diversi esperimenti e soluzioni di vita. La validità di un certo metodo di vita, infatti, dovrebbe essere provata nella pratica.
La difficoltà risiede nel fatto che la verità del fine, dello scopo non viene riconosciuta, dimodocché il libero sviluppo dell’individualità non è ritenuto come un elemento essenziale e una condizione necessaria al benessere, alla civiltà, all’istruzione, alla cultura. Il male, scrive Mill, sta nel fatto che il modo comune di pensare on attribuisce alla spontaneità individuale un valore intrinseco. A questo proposito egli richiama il principio espresso da W. Von Humboldt per il quale lo scopo dell’uomo lo sviluppo al massimo grado e in maniera armoniosa dei sui poteri in un tutto organico e completo: lo scopo a cui ogni essere umano dovrebbe dirigere i suoi sforzi è lo sviluppo di una piena individualità. E ciò richiede ‘libertà e varietà di situazioni’.
Che eccellenza o grandezza si può mai intravedere in un principio il quale suggerisce che ciò che gli uomini debbono fare consiste nel copiarsi a vicenda? O che gli individui non debbano imprimere la propria individualità nel loro agire? Né l’opposto avrebbe senso, cioè il vivere come se nessun altro fosse vissuto prima di noi e ricominciare tutto da zero ogni volta. “Ma è il privilegio e la condizione propria di un essere umano giunto alla maturità delle sue facoltà, usare e interpretare l’esperienza a modo suo”, p.84. È nel fare le scelte che si applicano le facoltà umane come la percezione, il giudizio, la discriminazione, le varie attività mentali e le preferenze morali. Colui che si adatta semplicemente agli usi e ai costumi non ha nessuna scelta, non cresce e non sviluppa i suoi poteri mentali e morali.
“La natura umana non è una macchina da costruire seguendo un modello prestabilito, e impostata per eseguire esattamente il lavoro previsto per essa, ma è un albero, che deve crescere e svilupparsi in tutti le sue direzioni, secondo le tendenze e le forze interiori che lo rendono una “cosa” vivente.”, p. 86.
[Le citazioni sono tutte tratte da John Stuart Mill, On Liberty, Pinguin Books, 2010