Lettera al padre dopo il trapasso.

Il vuoto – la separazione. Il corpo fisico ha cessato – Prima o poi accade per tutti. Il trapasso del padre è realtà. E i pensieri ora some come rami spezzati.

Noi siamo qui, forse preparati dalle tue malattie recenti, eppure non ancora del tutto convinti che ci abbia lasciati.

Sappiamo che sei con noi, nei nostri ricordi e nei segni tangibili che hai saputo testardamente costruire anche con grandi sacrifici.

Coloro che, e sono numerosi, da te hanno ricevuto il bene non sanno dimenticarti. Nel sacrificio di te stesso le persone intorno a te sono cresciute, altre hanno prosperato.

Hai voluto essere giusto ma non tutti hanno capito il tuo metro.

Hai voluto essere generoso.

Non hai mai difeso i veri potenti, anche quando ti avrebbe fatto comodo.

Tu, insieme alla mamma, hai dato tutto alla famiglia e molto ancora a chi ne avrebbe potuto trovare sostegno.

I ricordi sono tantissimi e si affastellano disordinatamente nella mente.

La nonna, presto rimasta priva del sostegno del marito – tu, giovincello, ti sei dovuto assumere responsabilità da adulto.

Operaio, piccolo imprenditore, commerciante, artista fotografo impiegato e anche uomo attivamente impegnato nella politica.

Hai sempre lavorato e costruito, per te e per gli altri.

Ci separammo quand’io ero ancora ventenne – ma potevo sempre contare sul tuo appoggio e la tua presenza.

Hai conosciuto i miei figli che hanno pianto lacrime sincere alla notizia della tua dipartita.

Tu mi hai dato valori veri che io non debbo qui ripetere, perché la mia vita ne è grandemente un risultato.

Hai saputo dare a ognuno dei tuoi figli tutto quello che potevi. Sei stato anche duro, talvolta, ma solo perché credevi di indirizzare sulla giusta via e perché volevi educare – mai per crudeltà.

Spesso sei stato mosso da passioni, ti sei fatto da esse trasportare e hai con esse trasportato altri – sempre come colui che ha a cuore le cose umane, dimostrando di essere uno che il cuore ce l’ha.

Non voglio ricordarti come un santo, ma come un uomo per il quale, fino all’ultimo, vivere la vita ne è valsa la pena!

Grazie di essere stato mio padre.

Maurizio