Argumentum ad temperantiam. La fallacia del giusto mezzo.
In “medio stat virtus” è una lama a due tagli. Cercherò di dirvi perché affermo ciò.
Da un lato si può intendere come riferita alla temperanza delle passioni, stile di vita, ecc. Ma dall’altro si riferisce alla verità, al ragionamento corretto.
Allora, iniziamo dal nome della fallacia: Argumentum ad temperantiam. Questo ragionamento fa appello a un presupposto istinto comune secondo cui tutto è bene se fatto [detto, preso, bevuto,ecc.] secondo moderazione. Dove sta l’errore di questo argomento?
Se mi riferisco al desiderio, si capisce intuitivamente una certa qualità positiva nell’uso della moderazione. Se bevi in eccesso, se fai sesso in eccesso, ecc. Ma quando la moderazione è usata per derimere un argomento, una disputa, una diversità di opinioni non esiste una regola per cui la verità sta nella media, o nel mezzo.
Prendiamo due diverse opinioni a) 2+2=4 e b) 2+2=6. Arriva Pasquale e dice: “Ragazzi la verità è nel mezzo: 2+2=5!” Fin qui penso che siamo d’accordo.
Oppure prendiamo un esempio dalla politica.
Supponiamo che io voglia convincere il pubblico che la mia posizione è quella da accettare. Non mi resta che mostrare due posizione estremiste inaccettabili e proporre una soluzione che è la via di mezzo fra le due, cioè la mia. Questo procedimento non ha a che vedere con la validità o la verità della mia soluzione. Prendo due partiti, li mostro come estremisti e indico una via di mezzo, che è quella che voglio far passare. Sembra convincente, no? Prendere, tuttavia, semplicemente la “media” delle due posizioni non garantisce niente. Il doppio taglio sta ne fatto che mentre da una parte la soluzione della moderazione del desiderio sembra ragionevole, trasferendo questo ragionamento nel dibattito di idee, ci si allontana dal ragionamento corretto.
Prendiamo quest’altro esempio. “ammetto che non ci sono angeli felici in paradiso e demoni cattivi nell’inferno, ma devi concedermi che almeno un Dio c’è”. In questo caso, spaccando in due un’affermazione non si perviene meglio alla verità. Se non ci sono angeli, non vuol dire che Dio c’è o non c’è. La verità è oppure non è. Non si può affermare una verità a metà.
Un altro esempio. L’ idea che la terra è sferica e gira intorno al sole è all’estremo opposto dell’idea che la terra è piatta e il sole gli gira intorno. Questo è un caso lampante che la verità sta in uno degli estremi e non nel mezzo!
Un altro esempio dall’economia. In alcune culture, l’acquirente non paga mai il prezzo esposto di una merce ma avvia sempre una negoziazione sul prezzo. Il venditore questo lo sa e quindi, quando espone il prezzo di un prodotto, lo maggiora sempre. Diciamo che il valore di un’auto usata è di 10,000 euro. Il nostro rivenditore la espone col prezzo di 22,000 euro. L’acquirente gli fa un offerta di 8000 euro a cui il rivenditore rilancia con un offerta di 16000 euro, che è un ottimo sconto sul presso esposto ma è pur sempre un buon guadagno visto il valore reale dell’auto. L’acquirente offre dunque 15000 euro. Il rivenditore accetta. Il rivenditore spiega che gli sembra giusto dividere esattamente la differenza tra 22000 e 8000, cioè 14000/2=7000. Sembra che la vendita sia stata fatto rispettando un senso di equità, eppure l’auto è stata venduta a ben 5,000 in più del suo valore reale. Tutto questo usando lo stesso stratagemma dell’incontrarsi a metà strada. ????