Il mare
Il mare
Decidiamo di pensare al mare, così, semplicemente.
Il mare è blu. L’acqua del mare si muove continuamente producendo onde di varia altezza. Il colore del mare può assumere diverse variazioni di blu, verde o può anche essere trasparente; di fatto, l’acqua del mare è di per sé incolore. Il mare d’estate è estremamente piacevole non solo per i bagnanti che sanno nuotare, ma anche per coloro che si accontentano di stare sulla battigia. Il mare produce strisce di schiuma dove le onde si arricciano. Io amo il mare di Tropea.
Esistono numerose canzoni, poesie, romanzi, studi, documentari, dipinti che hanno il mare in qualche modo per oggetto, ma le foto del mare, al mare, in spiaggia e così sono inenumerabili.
Il mare fornisce cibo in quantità, principalmente sotto forma di pesci ma anche una certa varietà di cibo vegetale. Il mare in tempesta può essere molto pericoloso.
Con un minimo di conoscenza sulla sua natura e su come comportarsi in acqua, il mare è una fonte incredibile di divertimento, sensazioni tattili, visive uditive. Il mare italiano del Sud è il più vivibile che io conosca; lo adoro e non potrei sopravvivere se ogni anno non venissi a trascorrere qualche giorno al mare che in accoppiata col sole mi ricarica di voglia di vivere.
Il ‘mare’ è questa parola di quattro lettere che designa una massa enorme di acqua, mai completamente conosciuta, mai completamente esplorata. Le sue onde possono accarezzarti o colpirti e ciò dipende anche dal tipo di resistenza che opponi ad esse con il tuo corpo. I miei figli adorano il mare.
Sto pensando al mare in modo semplice, ovvio e banale, comunque con pensieri comuni che sembra vengano tutti da ricordi percettivi, sensoriali. Sono pensieri noiosi da leggere, scontati.
Quando ero piccolo, il mare mi ha fatto paura in un paio di occasioni: la prima volta credetti che stessi annegando, non avevo ancora imparato a nuotare, mi sentii come se il fondale mi stesse mancando sotto i piedi, come se fossi caduto in un fosso. Iniziai a dimenarmi istintivamente, continuando così fino a spostarmi un paio di metri più in là, quindi riuscii a toccare il fondale con i piedi. Mi ero preso un brutto spavento accompagnato dalla sensazione che nessuno intorno a me se ne fosse accorto. Mio padre sulla spiaggia, fratelli e cugini in acqua ad una certa distanza da me, atri bagnanti, ma nessuno sembrava essersi accorto che avevo appena rischiato di annegare. E questa fu la paura più grande: se veramente fossi annegato, nessun se ne sarebbe accorto in tempo per salvarmi. Molto probabilmente non fui veramente in pericolo, ma l’idea di poter essere in pericolo senza che gli altri se ne accorgessero, come se non avesse alcuna importanza, come per un attimo tutti si fossero dimenticati di te… forse morire vuol dire proprio questo: nessuno più si ricorda di te. Quella volta, per una frazione di secondo, io ho vissuto l’esperienza della morte.
D’altro canto la paura di andare a fondo e l’essere solo con me stesso anche se solo per un attimo, mi fecero capire che dovevo contare solo su me stesso e mi tirai in salvo da solo, senza nemmeno chiedere aiuto. Una volta in spiaggia poi non parlai di quello che mi era accaduto.
Il mare dunque può prenderti la vita, se gliela dai facilmente. Esso può annullare tutti i tuoi legami con il mondo terrestre, eccetto quei legami che sono dentro di te o che sono nelle persone a cui tu stai a cuore.
Il mare non è solo bello, solo amico ma, come tutte cose estremamente potenti, come il sole, esso va rispettato, va conosciuto nei limiti del rapporto che con esso vogliamo avere; va ammirato, ma richiede prudenza, giudizio e allora potrà esserti amico. Un gesto naturale, un movimento senza sforzo, non necessariamente fatto con intenzione aggressiva, ma fatto da un animale possente come la balena può uccidere un uomo in un sol colpo. Così il mare nella sua possanza, così il sole nel suo colore.
Nettuno, le sirene e le altre creature mitologiche hanno impersonato le varie forme, i vari aspetti del mare, ispirando all’uomo i necessari comportamenti da mantenere nei suoi confronti. Le divinità del mare hanno insegnato, hanno guidato e potevano essere invocate o evocate per far sentire meno piccolo l’uomo di fronte alla sua immensità, alla sua possanza.
Il mare è forza bruta. Il mare è fonte di calma. Il mare è immagini che ci fanno sognare. Il mare è il piacere del corpo. Il mare è paura dell’immenso, dell’enorme che ci è tanto vicino. Esso è come i nostri pensieri prima che essi prendano forma. Il mare non si lascia domare, ma si fa attraversare. Esso non è mai ciò che ci appare. Il mare è un universo intero. Esso è abbondanza, generosità, gioia, lutto, tristezza, benessere. Il mare è la vita che noi scegliamo di fare, è l’informe possibilità dell’essere, esso è la madre di tutte le possibilità. IL MARE.
Tratto da La Filosofia è la vita di Maurizio Bisogno
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