L’aspetto profetico di Poesia
Nel 1982 scrissi delle poesie che considero particolari che poi raccolsi in un volumetto pubblicato con il titolo Amori e Cripte, nel 1989.
La raccolta si chiude con una poesia che porta il titolo Vivrò.
Riletta oggi, essa ha il sapore di una profezia, eppure non io sono il profeta, è la poesia stessa. L’oggetto fuori di me, l’insieme di parole sulla carta, sono ciò che anticipano la nuova identità umano. Se non fosse così avrei scritto un saggio invece, un lavoro di indagine e di ricerca.
Ma ripeto: è la poesia che è profetica, non io. Infatti non parla di me, della mia evoluzione. Si pone come oggetto di me stesso, di fronte a me, per dirmi che sono qui. È un altro, prende il posto dell’altro che ti parla, divenendo il suo oggetto io mi separo da essa.
Ve la ripropongo.
@Maurizio Bisogno
VIVRÒ
E se donna
Donna ma di uomini
Comunque regina
riscattavi sulla tua pelle.
E se uomo
Uomini ma di donne
Comunque suddito
pagavi sulla tua pelle
E non più uomo
né donna eppure
l’insieme che ora eri
d’una sintesi nuova,-genesi.
D’un tale mito lo scorno
e insieme l’orgoglio
Ma con un nome di avrebbe salvata
perché mani tenere
sondino il tuo cuore
Se il nome non scrivo
mi procuro – e questo soltanto,
tua la benevolenza – cercarti
e accettarmi così nel grembo.
Se così vorrai infine il nome
quel nome si farà Tempio d’un passato
che venendo saprà-
Se così vorrai infine io vivrò.
©Maurizio Bisogno, 1982