INTERNET OVVERO IL CAPITALISMO IN ATTO.
Partiamo da questa domanda semplice: chi possiede i mezzi di produzione nell’era di Internet? Alla radice della produttività economica di Internet, ci sono alcuni elementi strutturali che la rendono possibile. In primo luogo i vari dispositivi materiali che gli individui usano per collegarsi alla rete. Ma la rete stessa non potrebbe esistere senza i punti di accesso e le linee di comunicazione; quindi, i server e i collegamenti via cavo o Wifi. Oltre alla possibilità di trasferire dati occorre essere in grado di conservare, di memorizzare la massa di dati che si produce e si trasferisce, pertanto occorrono i server che immagazzinano e conservano dati. Ma tutto ciò non è ancora sufficiente per avere Internet, occorrono, infatti, i software di accesso ai propri dispositivi individuali e i software di accesso alla rete. Allora possiamo sintetizzare la lista dei mezzi di produzione nei tre seguenti elementi o segmenti:
1. Server
2. Linee di comunicazioni tradizionali e a fibra ottica, WiFi
3. Software.
Queste sono le colonne materiali di Internet, chi le possiede, ha le redini delle forze di produzione e in questo senso detiene il potere sulla società che ormai produce attraverso Internet, dato che l’informazione è un prodotto essenziale all’economia, alla politica e alla cultura delle nazioni di questo nostro tempo.
A questo punto potremmo chiederci, che ne è della forza lavoro e dei rapporti di produzione? Vi faccio notare che un’azienda come la Apple impiega 92.000 persone e fa un profitto di 88 milioni di dollari. Questo dato acquista importanza se lo confrontiamo a quest’altro: la GM dava lavoro 620.000 persone e si accontentava di un ricavo di 7 milioni di dollari. Si vede come la forza lavoro sia cambiata ma anche come il capitale, grazie allo sviluppo tecnologico, sia in grado di fare profitto enormi e di eliminare dai processi produttivi centinaia di migliaia di lavoratori.
È un dato di fatto che esiste oggi un accentramento del reddito e della proprietà nelle mani di élites mondiali e nazionali ed è anche innegabile che sono in atto numerose guerre di tipo imperialistico. Questa terminologia non vi sembri desueta, ma concreta. In conclusione, diciamo che il sistema dominante è il sistema mercantile che detta le leggi della vita sociale ed economica, di quella politica e culturale.
In questo quadro, si assiste a una precarizzazione incessante del lavoro salariato e a una proletarizzazione del lavoro autonomo. Questo vuol dire che la fascia della popolazione che percepisce redditi bassi o bassissimo si allarga a macchia d’olio.
Non stupisce quindi che i conflitti sociali, lungi dall’essere scomparsi, siano sempre più vivi ma che la loro espressione non si organizza all’interno di un piano d’azione efficace più generale e che viene canalizzata in movimenti subculturali, frammentari, di intrattenimento, ecc. che hanno un solo potente fine: quello della distrazione dalla comprensione efficace della realtà delle cose e quindi la distrazione dalle vere cause dell’impoverimento delle condizioni materiali delle masse, del possibile ritorno di uno sfruttamento sregolato della forza lavoro, della riproduzione, insomma, del capitalismo più bieco. Tutto questo avviene soprattutto perché le forze in campo non hanno un’interpretazione marxista della realtà, né hanno un piano politico generale di azione.©MAURIZIO BISOGNO
[Continua…]
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