Il velo di Maya necessario per sopravvivere nel capitalismo
Il velo di Maya necessario per sopravvivere nel capitalismo
Ti sei mai chiesto perché molte persone si sentono minacciate quando qualcuno mette in discussione il sistema in cui vivono? Alfred Sohn-Rethel ci offre una spiegazione interessante: la falsa coscienza è qualcosa di necessario per sopravvivere nel capitalismo. Non si tratta di un errore accidentale o di un fraintendimento passeggero. È un meccanismo di difesa che permette agli individui di tollerare l’alienazione e lo sfruttamento che caratterizzano la nostra società.
Questa falsa coscienza non è una semplice illusione; è profondamente radicata nelle strutture economiche del capitalismo. Si manifesta nel modo in cui le persone interpretano il loro ruolo nel sistema. Ad esempio, molti credono che il loro valore sia determinato dal lavoro che fanno e dal denaro che guadagnano. Questo modo di pensare li porta a considerare il capitalismo come una realtà oggettiva e naturale, invece di vederlo per quello che è: un sistema storicamente costruito, basato su rapporti di potere e sfruttamento.
Perché questa falsa coscienza è necessaria? Perché senza di essa, le contraddizioni e l’ingiustizia del sistema diventerebbero insopportabili. Se una persona comune riconoscesse pienamente che il suo lavoro viene sfruttato, che le sue scelte di consumo sono manipolate, e che il suo stesso modo di pensare è modellato per mantenere l’ordine esistente, non riuscirebbe a vivere serenamente. La falsa coscienza funziona come una “coperta” che nasconde le dissonanze tra ciò che si crede di sapere e la realtà più profonda del capitalismo. Senza questa coperta, l’individuo si troverebbe esposto alla cruda verità del proprio sfruttamento e alienazione, una verità difficile da sopportare senza gravi conseguenze sul benessere psicologico.
Ma chi trae beneficio da questa falsa coscienza? Ovviamente, coloro che detengono il potere economico e politico. Le classi dominanti hanno tutto l’interesse a perpetuare questo stato di cose, perché permette loro di mantenere il controllo senza dover affrontare una ribellione sociale. Finché la maggior parte delle persone crede che il sistema sia giusto e che il successo o il fallimento dipendano solo dalle capacità individuali, le strutture di potere rimangono intatte.
Allora, come possiamo diventare consapevoli di questa falsa coscienza? Sohn-Rethel suggerisce che il primo passo è riconoscere che il nostro modo di pensare è influenzato dal sistema economico in cui viviamo. Si tratta di sviluppare una coscienza critica, di guardare oltre le apparenze e di mettere in discussione i presupposti che diamo per scontati. Questo implica rendersi conto che il valore del nostro lavoro e della nostra vita non deve necessariamente essere misurato in termini di denaro e profitto.
È importante anche cercare il confronto con chi ha una visione diversa. Capita spesso che si provi fastidio o addirittura odio verso chi mette in discussione il sistema, proprio perché questa critica minaccia la “coperta” della falsa coscienza. Ma se siamo disposti ad ascoltare e a considerare alternative, possiamo aprirci a nuove prospettive e iniziare a costruire un modo di pensare che non sia imposto dal capitalismo.
In definitiva, diventare consapevoli della falsa coscienza significa iniziare un percorso di liberazione. Non è un processo facile, ma è fondamentale per chi desidera vivere non solo per sopravvivere, ma per trasformare attivamente il mondo intorno a sé.
#falsacoscienza #capitalismo #alienazione #sopravvivenza #consapevolezza #potere