BRICS e la legge dell’unità degli opposti: un’alternativa dialettica al capitalismo contemporaneo

La nascita e l’affermazione del BRICS – l’alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – rappresentano una dinamica emblematica per comprendere l’applicazione della legge dell’unità degli opposti nel contesto della geopolitica contemporanea. L’unità degli opposti, secondo la dialettica materialista, implica che ogni sistema contenga al suo interno contraddizioni fondamentali che generano movimento e cambiamento, portando a nuovi equilibri e trasformazioni attraverso una continua autocinesi. La filosofia marxista sostiene che queste contraddizioni siano una fonte intrinseca di evoluzione sociale e storica.

BRICS – l'alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica

Unità degli opposti nel sistema geopolitico attuale

Oggi, il sistema capitalista globale si trova a un punto di crisi strutturale, caratterizzato da polarizzazioni economiche, politiche e sociali. Le contraddizioni interne sono sempre più evidenti: disuguaglianze crescenti, sfruttamento delle risorse naturali e dissesti ecologici, speculazioni finanziarie e limitazione delle sovranità nazionali. Queste problematiche, che sembravano per decenni irrisolvibili all’interno del sistema unipolare dominato dagli Stati Uniti, hanno generato movimenti interni di opposizione, aprendo lo spazio per la nascita di alternative come il BRICS.

In questo contesto, il BRICS rappresenta la controparte dialettica dell’ordine capitalista dominante. Se da una parte l’egemonia statunitense e occidentale si basa su istituzioni come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, in cui il potere decisionale è detenuto dai paesi economicamente sviluppati, i BRICS promuovono una narrativa di multipolarismo e di riforma dell’ordine globale per riequilibrare le forze economiche e politiche. Questa dinamica si può leggere come un tentativo di compensare gli effetti negativi del predominio occidentale e di fornire ai paesi in via di sviluppo un maggiore controllo sulle proprie risorse e politiche economiche.

La dialettica BRICS: interni contraddittori e autocinesi

Il BRICS, come ogni fenomeno storico-sociale, è anch’esso attraversato da contraddizioni interne. Ogni membro presenta un quadro politico, economico e sociale unico, con obiettivi e sfide distinti. Ad esempio, la Cina, con il suo sistema economico misto e una forte centralizzazione statale, rappresenta una visione alternativa rispetto al liberalismo economico dell’India. Allo stesso modo, le politiche sociali brasiliane di inclusione economica, pur ispirate a una maggiore giustizia sociale, contrastano con la gestione centralizzata e orientata al controllo delle risorse della Russia. Tuttavia, è proprio questa complessità di interessi divergenti che consente l’autocinesi, o movimento autonomo del BRICS: attraverso il confronto e la negoziazione interna, i membri generano un percorso evolutivo continuo, adattando l’alleanza ai cambiamenti politici ed economici globali.

Questa dialettica interna è una forza trasformativa per il BRICS, spingendolo a trovare equilibri temporanei tra divergenze nazionali. Questo processo di autocinesi consente a queste nazioni di mantenere una piattaforma comune di cooperazione e di costruire istituzioni autonome, come la Nuova Banca di Sviluppo (NDB), un’alternativa alla Banca Mondiale, che investe in progetti infrastrutturali nei paesi emergenti senza vincoli imposti dalle nazioni occidentali.

Rottura e rinnovamento: BRICS come alternativa al capitalismo occidentale

Nel quadro della legge dell’unità degli opposti, il BRICS non è solo una risposta all’egemonia capitalista, ma rappresenta un tentativo di evolvere verso un nuovo paradigma di sviluppo. Questo è un movimento che non mira solo a opporsi, ma a trasformare la natura stessa dell’interdipendenza economica e politica mondiale. Il BRICS non propone un modello unico di sviluppo, ma promuove un’idea di sovranità economica e di solidarietà tra i paesi in via di sviluppo.

Questo processo riflette il principio dialettico secondo cui la contraddizione produce movimento: le tensioni con l’Occidente hanno permesso ai BRICS di costruire una nuova via economica e politica, basata su un modello cooperativo di investimenti e di sviluppo. In questa prospettiva, il BRICS non si limita a contrapporsi all’ordine dominante, ma opera per trasformarlo, cercando di superare le logiche neoliberiste con un approccio che incorpora concetti di autosufficienza, sviluppo inclusivo e rispetto delle sovranità nazionali.

Verso un nuovo ordine mondiale?

Il BRICS si trova oggi a un bivio tra l’essere un semplice contrappeso e il trasformarsi in una vera alternativa sistemica. Attraverso la dialettica interna e la ricerca di un’identità comune, l’alleanza potrebbe rappresentare l’avvio di un nuovo ordine mondiale che riconosce le diversità e le sovranità nazionali in un quadro di cooperazione multilaterale. Questo potenziale di trasformazione dialettica risiede proprio nella sua capacità di evolversi tramite le sue contraddizioni, come un’entità che nasce da esigenze interne di cambiamento e spinta verso l’autonomia dai paradigmi imposti.

Il BRICS, letto attraverso la lente della legge dell’unità degli opposti, rappresenta non solo una sfida per il sistema capitalista globale, ma una manifestazione di autocinesi geopolitica, che evolve e muta a partire dalle sue stesse contraddizioni. Questo processo potrebbe trasformare radicalmente la struttura del potere mondiale, rendendo il BRICS non solo un’alternativa temporanea, ma un precursore di un nuovo sistema di relazioni internazionali.

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Il progetto dei BRICS può essere interpretato come un esempio contemporaneo della legge dell’unità degli opposti, una delle principali leggi del materialismo dialettico che, secondo la filosofia marxista-leninista, sostiene che il movimento e il cambiamento avvengano attraverso la tensione tra forze opposte interne ed esterne a un sistema. Applicando questa legge, il progetto BRICS emerge come una risposta dialettica al sistema capitalistico internazionale, e il blocco stesso esprime la tensione tra opposti che, anziché distruggersi, si condizionano reciprocamente, dando vita a un nuovo equilibrio dinamico.

  1. Contraddizioni interne: All’interno dei BRICS esistono differenze significative tra i Paesi membri in termini di politica, economia e priorità nazionali. Ad esempio, Cina e India hanno rivalità territoriali, mentre Brasile, Russia e Cina hanno approcci divergenti riguardo al modello economico e alla gestione della governance interna. Queste contraddizioni rappresentano un “movimento interno” che, secondo Lenin, alimenta l’autocinesi del gruppo, spingendo i BRICS a cercare strategie di compromesso e cooperazione che permettano la coesistenza e lo sviluppo. Questo processo interno, secondo la dialettica, non è segno di debolezza ma è la fonte stessa della vitalità e della crescita del gruppo ​MIDWESTERN MARX INSTITUTE
  2. Contraddizioni esterne con il sistema capitalista occidentale**: I BRICS si posizionano in contrasto con le istituzioni finanziarie tradizionali dominate dall’Occidente (come il FMI e la Banca Mondiale) e con il predominio del dollaro statunitense. Questa opposizione non significa un totale rifiuto delle dinamiche capitalistiche, dato che molti Paesi BRICS mantengono economie di mercato, ma riflette una tensione dialettica verso la creazione di un sistema economico alternativo che possa competere con il neoliberismo, limitandone l’influenza sulle economie emergenti. È proprio in questa tensione con il capitalismo dominante che i BRICS trovano il potenziale per la propria crescita, rappresentando un polo d’attrazione per nazioni interessate a maggiore autonomia finanziaria e politica 【11†sour​studylib.netsviluppo**: La legge dell’unità degli opposti implica che il conflitto tra tendenze opposte conduca a una sintesi, un nuovo livello di sviluppo. Nei BRICS, questa sintesi si manifesta attraverso iniziative come la Nuova Banca di Sviluppo e la proposta di una moneta comune, che esprimono un tentativo di sintesi tra le esigenze di cooperazione e indipendenza nazionale. Tali istituzioni puntano a creare condizioni che superino l’isolamento economico dei singoli membri, favorendo uno sviluppo condiviso che, dialetticamente, non sarebbe possibile senza la tensione stessa tra l’indipendenza nazionale e la necessità di un fronte comune【10†source】.

MIDWESTERN MARX INSTITUTE, i BRICS non rappresentano semplicemente un’alternativa al capitalismo dominante, ma un fenomeno dialettico in cui le contraddizioni tra sistemi si incontrano e si sviluppano in forme nuove. È proprio la coesistenza e la lotta tra questi elementi opposti – tensione interna tra i membri, conflitto con le istituzioni economiche occidentali e tentativi di sintesi in iniziative comuni – che rendono i BRICS un progetto dinamico, in continua evoluzione, in linea con la legge marxista dell’unità degli opposti.

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