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La legge dell’unità degli opposti e il capitalismo contemporaneo

La legge dell’unità degli opposti e il capitalismo contemporaneo La legge dell’unità degli opposti nel XXI secolo si manifesta in modo generalizzato e paradigmatico nelle dinamiche del capitalismo contemporaneo, caratterizzate da contraddizioni interne che ne alimentano tanto la stabilità quanto la crisi. Queste contraddizioni — essenza stessa della struttura capitalistica — sono centrali per comprendere il funzionamento dell’economia globale, le disuguaglianze sociali e le tensioni geopolitiche che attraversano il mondo attuale. 1. Contraddizione tra produzione e consumismo: l’accumulo insostenibile Nel capitalismo attuale, la produzione di massa e la sua correlata sovrapproduzione sono trainate da un consumo che risulta insostenibile sia

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BRICS e la legge dell’unità degli opposti: un’alternativa dialettica al capitalismo contemporaneo

La nascita e l’affermazione del BRICS – l’alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – rappresentano una dinamica emblematica per comprendere l’applicazione della legge dell’unità degli opposti nel contesto della geopolitica contemporanea. L’unità degli opposti, secondo la dialettica materialista, implica che ogni sistema contenga al suo interno contraddizioni fondamentali che generano movimento e cambiamento, portando a nuovi equilibri e trasformazioni attraverso una continua autocinesi. La filosofia marxista sostiene che queste contraddizioni siano una fonte intrinseca di evoluzione sociale e storica. Unità degli opposti nel sistema geopolitico attuale Oggi, il sistema capitalista globale si trova a un punto di crisi

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Falsa coscienza e astrazione: come il capitalismo plasma la nostra mente

Alfred Sohn-Rethel sviluppa una teoria che collega strettamente la logica dello scambio di merci alla formazione delle categorie del pensiero astratto e razionale nella società borghese. Secondo il filosofo, la pratica economica del capitalismo, in particolare lo scambio di merci, non influenza solo l’organizzazione della produzione e del lavoro, ma arriva a plasmare le strutture cognitive degli individui. Le categorie mentali che consideriamo “universali” o innate, come lo spazio, il tempo, la quantità, o il valore, non nascono dalla natura umana, ma sono il prodotto di processi economici specifici. L’astrazione necessaria nello scambio di merci, infatti, si riflette nel modo

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